Terrore digitale

giovedì 14 luglio 2011

Oggi ricevo una newsletter dal titolo inquietante: "Le app da vacanza: aiuti digitali per ferie reali". Il sottotitolo mi inquieta ulteriormente: "Le applicazioni indispensabili per chi parte. E per chi resta.".
Lo ammetto, parto prevenuta. L'unica utilità del cellulare in vacanza, per me, è l'invio del sms quotidiano a mia madre: "Sono viva". E a volte mi dimentico anche di quello. Tolto ciò, potrei perdere il telefono nell'oceano o sulla cima di una montagna e non me ne accorgerei neanche. Dunque, potete immaginare quale orrore mi susciti la parola INDISPENSABILE riferita alle "app", soprattutto se associata alla mia parola preferita: "vacanza".
L'articolo comincia con applicazioni quanto mai banali: Tripadvisor, Volagratis, Booking.com... Tutti i siti possibili per programmare il viaggio. Anche la guida turistica, le previsioni meteo e il dizionario non mi sconvolgono più di tanto.
Comincio ad essere perplessa quando giungo all'applicazione "Prima vedo e poi vado", che ti permette di esplorare dettagliatamente la destinazione di viaggio attraverso foto panoramiche. Poi scopro l'esistenza di "Worldictionary": si fotografa la parola per avere la traduzione corrispondente. Sempre scattando una foto si possono avere tutte le informazioni su opere d'arte o monumenti, con "Google goggles".
Infine, le chicche: "No zanzare", in grado di riprodurre un ultrasuono che mette in fuga i fastidiosi insetti; e "PackingPro", che aiuta a fare una valigia oculata, memorizzando gli oggetti e calcolandone persino il peso.

Ripenso alla parola indispensabile e non riesco proprio ad associarla a ciò che leggo. Indispensabile, per me, è avere abbastanza soldi per arrivare alla fine della vacanza; indispensabile è avere un paio di mutande di ricambio nello zaino, o un sapone con cui lavare quelle usate; indispensabile è trovare, da qualche parte, qualcosa di commestibile da mettere nello stomaco.
Programmo i miei viaggi dal PC di casa, oppure mi fermo negli internet cafè. La mia guida turistica è cartacea e possibilmente consumatissima, come anche il mio dizionario. Non guardo mai il meteo, preferisco guardare il cielo. Amo scoprire la mia destinazione passo dopo passo, non attraverso un sito internet. Difficilmente dimentico a casa l'Autan. Porto con me la mia valigia vera piena di cose utili e inutili, per essere sicura di poterla imbarcare sull'aereo la peso con la bilancia e la misuro con il metro.
Io viaggio così, all'antica. Senza app si viaggia con l'anima più leggera.