Della serie: cornuto e mazziato

lunedì 5 settembre 2011

Le morti sul lavoro sono in ogni caso una tragedia.
Ma, come accade nella vita, i morti non occupano tutti lo stesso livello.
Ad esempio:
- un soldato (volontario e molto ben pagato, ci tengo a sottolinearlo) muore in Iraq mentre fa il suo mestiere (che prevede anche un discreto rischio della vita): è un eroe perché ha dato la sua vita per i poveri iraqeni.
- un sacerdote muore schiacciato dalle macerie delle Twin Towers mentre fa il suo mestiere (che in teoria non prevede particolari rischi, a meno che il lavoratore non vada a benedire i pompieri ai piedi di un edificio in crollo): è un santo perché ha dato la sua vita per sostenere spiritualmente i vigili del fuoco in quel difficile momento.
- un muratore (magari straniero e in nero) muore cadendo dal palazzo che sta costruendo mentre fa il suo mestiere (che in teoria non prevede particolari rischi se vengono prese le dovute misure di sicurezza): è un coglione perché non ha protestato col suo capo per la mancata applicazione delle norme sulla sicurezza.

C'est la mort.