i morti risorgono

mercoledì 15 giugno 2005

Ieri sera, mentre facevo zapping nel disperato tentativo di sfuggire ai programmi orribili della televisione italiana, sono incappata nel festivalbar. E, un attimo prima che il mio pollice volasse sul tasto successivo, sono stata catturata da un volto: un Nick Carter immutato cantava una canzone (a me ignota) con le solite smorfie. L’inquadratura si allarga, ed eccoli lì, tutti e cinque: i Backstreet Boys di nuovo su un palco, dicendo cagate in uno stentato italiano a cui rispondeva un coro, anzi un mare, di ragazze urlanti, piangenti, adoranti. Quando hanno attaccato “I want it that way” ho cominciato a cantare. In un attimo di consapevolezza mi sono resa conto che mi ricordavo ogni singola parola a memoria. Anzi, sapevo chi avrebbe cantato ogni strofa, chi avrebbe fatto la seconda voce. Istintivamente, allungando la mano verso la mia pila di CD, indovino anche l’album giusto. E me li sono ricordati, anni fa, sul palco pentagonale del forum di assago, quando io stessa ero in mezzo a quella folla di bimbe che cantavano a squarciagola e portavano quei ragazzi nel loro cuore, tra i loro sogni.
Oggi, vederli mi fa un po’ pena. Ogni boy-band (e, ai tempi, guai a chi diceva questa parola parlando di loro) ha la sua generazione. La loro è cresciuta, passata, finita. Siamo donne, li guardiamo e sorridiamo con tenerezza e nostalgia pensando al passato. Si ostinano a non crescere, ad essere quelli che erano. Ma il loro pubblico, crescendo, li ha lasciati. Come noi schifavamo i Take That, le ragazzine di oggi schifano loro. Ci sono i Blue nel loro cuore. Un domani, le nostre figlie sbaveranno dietro a cinque ragazzi che cantano melodie sentite da sempre. Noi sorrideremo, ripenseremo a noi stesse, le accompagneremo ad un concerto e le sopporteremo quando in casa non ci faranno ascoltare altro. Ma non saranno gli stessi che hanno catturato noi.
Mando un abbraccio grande a quella Valentina che faceva girare sempre gli stessi CD, che collezionava i poster e sognava ad occhi aperti. Grazie perché tu mi hai fatto diventare quella che sono.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

mamma mia.. pare che ultimamente siamo tutti in vena di magoni nostalgici.. sig sig!
notte Sosia adorata!
Maggie