Busted myth!

sabato 11 dicembre 2010

La copertina di "Più bianco del bianco" commenta così il romanzo: "Una commedia noir tra Hitchcock e Almodóvar e, allo stesso tempo, un pungente ritratto dell'Italia degli anni Ottanta". Più della trama mi attraggono questa descrizione e la curiosità di leggere il ritratto di Milano dipinto da un milanese. Per questo dedico un po' del mio tempo a Sandro Ossola nonostante dalla foto mi sembri un tamarro di periferia più che "uno dei maestri del mystery italiano".
Già dalla prima pagina ho il sospetto che la mia interpretazione della foto sia più veritiera degli elogi scritti accanto. Mi solleva il fatto di aver trovato questa schifezza allegata alla rivista (gratuita) di una palestra (almeno non ho pagato per averlo!). Giunta a pagina 210 posso affermare con assoluta certezza che Hitchcock si sta rivoltando nella tomba e Almodóvar non ha ancora citato in giudizio per diffamazione l'autore della copertina solo perché non sa di questo paragone. Lo stile è pari a quello di un ragazzo delle medie non molto dotato, la suspance è inesistente e i personaggi rappresentano la peggiore carrellata di stereotipi mai vista (una coppia di delinquenti composta da un gigante tonto e un piccoletto malvestito che si crede furbissimo; due eroinomani sfigati; un aspirante scrittore, comunista e squattrinato, dedito al sesso sfrenato e amante di alcol e cocaina; un ricco e sfigato figlio-di-papà con la moglie bellissima e snob che lo cornifica alla grande; una serie di imprenditori/trafficanti e i loro galoppini più o meno svegli).
La storia non è ambientata a Milano, che ricorre solo in pochi commenti lapidari e deprimenti: "...una città che dopo la mezzanotte offre solo panini rancidi da consumare in piedi..." (si vede che non esci spesso la sera); "A Milano non ci sono più di dieci giornate di sole per ogni inverno." (ti guardi mai intorno quando esci di casa o ti specchi nelle vetrine per tutto il tragitto?); "...euforia irrazionale e violenta che dà un groppo in gola a chi vive a Milano, nei rari giorni in cui il vento si alza e spazza via la cappa di nebbia sporca." (...tu ti droghi, vero?); "L'aria era eccitante come una droga per chiunque fosse abituato a quella umida e sporca di Milano" (...sì, decisamente ti droghi).

La fermata del tram è vicina, infilo il libro nella borsa (non è una gran perdita) e scendo dal tram. Fino a qualche ora fa splendeva un magnifico sole, ora il cielo è profondo e più nero del nero.
Piazza del Duomo agghindata a festa è elegante come una vera signora. L'albero di Natale è altissimo e coperto di luci. Le vetrate della cattedrale sono illuminate dall'interno e l'intera facciata è avvolta da una luce calda. Subito dietro la Rinascente è una cascata argentata. Tante persone popolano la piazza e il Corso, passeggiano tranquille, ridono; alcuni si fermano col naso all'insù a guardare le eliche fluorescenti dei venditori ambulanti che volteggiano in alto. I negozi sono chiusi e, nonostante il movimento, si respira un'aria serena.
Piazza Cairoli, piena di colori, è più vezzosa e moderna; le luci intermittenti e il cielo buio danno la curiosa sensazione che le persone siano disegnate in bianco e nero sul paesaggio. Le auto percorrono Foro Buonaparte, l'atmosfera è viva e chiassosa. Il Castello Sforzesco si stacca dal buio in un movimento ipnotico di luce.

Mi allontano con un mezzo sorriso sulle labbra, ormai convinta che la Milano di Ossola non è certamente la stessa Milano che ogni giorno mi fa sospirare d'amore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bello, teso. Scrivi tu un libro su Milano: la quarta te la scrivo io. Sono convinta che nessuno dovrà citarci in giudizio!

:-)

scotch _________

Beijaflor ha detto...

Altro che quarta, tu devi raccogliere le nostre memorie su Milano ed essere l'autrice del libro! Già immagino la scena, tu ed io (deliziose signore in pensione, visto che prima non ne avremo il tempo) che raccogliamo frammenti di vita milanese sulla carta... bellissimo!