I'm back

domenica 24 ottobre 2004

Stazione centrale: il luogo milanese dove si rischia maggiormente un frontale, e senza neanche avere la macchina. La gente (io in primis) è sempre in ritardo, esce dalla metro a una velocità folle, si lancia in uno slalom tra coppiette che si baciano come se fosse l’ultima volta ke si vedono o come se non si vedessero da cent’anni. Puntualmente poi a quello davanti a te cadono tutte le valigie impilate pericolosamente l’una sull’altra; quindi, o hai i riflessi di un coguaro a caccia, oppure inevitabilmente ti spezzi una gamba e ciao ciao al treno (che per la prima volta nell’intera esistenza di quella tratta è in perfetto orario, se non un po’ in anticipo). Fortunatamente dopo secoli di permanenza in stazione, ho affinato i riflessi.
In treno davanti a me era seduto un tizio che portava una borsa con scritto “Univerità degli Studi di Sassari (cazzo, menatela!!!) – MASTER IN GIORNALISMO – Dott. Fabio F. (cripto il cognome perché non si sa mai che venga a prendermi a legnate)”… vabbè.
Giunta in stazione, ho incrociato la coppia più “bella” del mondo: una biondona stile vichingo, alta dodici metri, e uno gnomo dai capelli corvini, che si baciavano appassionatamente (con tipo mezzo metro di lingua).
Ma l’esposizione di follie continua in metropolitana, dove incrocio un tipo con delle SPLENDIDE (ironicamente splendide) scarpe verdi e gialle, che leggeva una rivista intitolata “riflessi” sfogliandola a partire dall’ULTIMA pagina, e che portava al collo DUE BICCHIERI PER LA DEGUSTAZIONE DEL VINO, CON TANTO DI ASTUCCIO PROTETTIVO… allucinante.
Corro dietro al solito 14, e lì trovo una bambina bellissima, credo indiana, che cantava “ambarabàcciccìccoccò” e continuava a chiedere a mamma e papà: “pecchè?”.
Nel frattempo realizzo, dal devasto, di essermi persa la festa del giambellino… d’oh!!!!
In via curio incontro la clio con in mando una cassetta di cachi… tornava da musignano.
Entro in casa, mio fratello: “ciao vale, la mamma ha detto di dirti che sei una stupida” “e perché???” “boh, perché non sapeva dov’eri”. E dove cazzo mai potevo essere, di domenica????? Ovviamente, a shangai allevando polli con l’influenza aviaria.
Al tg2 ascolto le notizie: “milano, dramma della gelosia: un pensionato di 78 anni uccide la moglie e l’amante di lei, e poi si suicida”. Ma ve la immaginate la vecchietta con l’amante? Oddio, il mondo gira proprio male…
Comunque. Vaffanculo. Ho una gran voglia di strapparmi i vestiti e gridare più forte dello schifo di musica che mi fa sentire ale. In realtà sono convinta che il mio posto sia sdraiata in un letto sfatto, con le testa appoggiata sul petto caldo del mio amore, mentre lui mi accarezza i capelli e poi si addormenta sotto l’effetto ipnotico delle coccole.
Un grande abbraccio ad amalia, alla sua mitica mamma che mi vuole così bene, alla sua kira (guardalo lì il feroce dobermann…).
Un bacio dolce sulle labbra di Gaston, intanto che dorme aspettando che il domani gli porti qualche bella notizia di Zoe.
Un saluto al Borbera, che ho attraversato a piedi nudi anche questa volta (avete idea di quanto è ghiacciato quel torrente, anche in agosto – eppure ci ho fatto il bagno - ?).
Arrivederci agli omini della corriera, tanto sanno che il prossimo weekend mi vedranno ancora salire alla stazione di arquata ad un orario improbabile, per poi scaricarmi davanti alla piazza del comune.
Tornerò, come sempre.
Un bacio grande.
Ps. Il suddetto fratello, che mi ha accolto con la sua ESTREMA DOLCEZZA ed è al telefono da molto più di un’ora (impedendomi di postare questo messaggio), si è or ora molto incazzato perché non l’ho chiamato quando ho sentito suonare il suo cellulare (perché notoriamente lui ha due teste e quindi parla con due telefoni contemporaneamente; ha 15 anni, neanche fosse il manager che deve essere disponibile per i suoi mille clienti e impegni), e se n’è andato di là dicendo al suo amico/a: “ma come cazzo sta, porco dio?” riferito, tanto per cambiare, alla sottoscritta. Ma che gioia tornare a casa, dalla propria adorata famiglia.

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